L’affitto costa 15 euro e il tasso di disoccupazione è zero: la città della felicità esiste davvero

Non è una comunità fantastica, esiste davvero. Il suo nome è Marinaleda e tutti i suoi abitanti hanno un lavoro. Com’è possibile? Ecco cosa ha deciso il suo sindaco, al governo da 36 anni.
Una cittadina incantata. Una di quelle realtà che potrebbero benissimo fungere da sfondo per un cartone animato. Ci troviamo a Marinaleda, nel cuore dell’Andalusia. Qui sorge una piccola comunità rurale dove disoccupazione e crisi economica sembrano termini “sconosciuti”.
Il paese dista 100 chilometri da Siviglia e conta poco più di 2.500 abitanti. Ma qual è il suo segreto?

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Il sindaco Juan Manuel Sànchez Gordillo ha fondato una politica economica e sociale basata su un motto che ha avuto successo: non più competitività ma solo cooperazione. Il primo cittadino di Marinaleda ha spinto gli abitanti ad occuparsi dei terreni agricoli, consapevole che fossero la vera ricchezza del territorio. A Marinaleda si producono, conservano ed esportano peperoni, carciofi, legumi, olio d’oliva. Il risultato è la piena occupazione.
La disoccupazione è allo 0% contro il 30% di media nazionale e il 21% della provincia di Siviglia.

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Dal 1979, con le prime elezioni democratiche del post franchismo, a Marinaleda il palazzo di governo locale è guidato dallo storico Juan Manuel Sánchez Gordillo. ll 70% dei residenti vanta un reddito sufficiente grazie al lavoro nei campi e all’industria della trasformazione. La parte restante della popolazione è impiegata, invece, nei piccoli esercizi commerciali e nelle istituzioni come scuole ed uffici. Questo piccolo comune si inspira agli ideali del socialismo storico e ha creato nell’arco di 30 anni un sistema economico e sociale che regge ai colpi della crisi economica. Quella stessa recessione che proprio in Andalusia ha prodotto negli ultimi anni gli effetti più devastanti.
Il salario è lo stesso per tutti: 47 euro al giorno, sei giorni alla settimana, per 1.128 euro al mese.
Il terreno che si trova nella Vega Genil è inoltre di proprietà della “comunità”. Qui sorgono una fabbrica di conserve, un mulino, serre, strutture di allevamento e un negozio.
I cittadini possono costruirsi una casa di 90 metri quadri con un anticipo di 15 euro. Basta mettere a disposizione la propria forza lavoro. Nessun mutuo e nessun interesse da versare ad istituti di credito. Non ci credete? Il terreno e il progetto sono del Comune, il denaro viene prestato a tasso zero dal governo andaluso e la quota mensile da versare per l’acquisto la decidono in assemblea gli stessi cittadini, nonché costruttori dell’immobile. Ad avere un costo simbolico sono anche i vari servizi offerti alla comunità: la mensa scolastica costa 12 euro al mese, la piscina 3 euro per tutta l’estate. Per la cura degli spazi comuni si fa affidamento alle cosiddette “domeniche rosse” quando tutti si rimboccano le maniche dedicandosi a pulire strade, aiuole e giardini. Non esiste un organo di polizia perché è assente la criminalità.

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Le decisioni politiche vengono prese in una riunione in cui tutti i residenti sono tenuti a partecipare. “La cosa più importante che abbiamo fatto qui è stata quella di lottare per ottenere terra con mezzi pacifici e garantire che la casa è un diritto, non un business” ha detto il sindaco Sánchez Gordillo in un’intervista rilasciata al “The Independent”. “Come un villaggio lavoriamo insieme, discutiamo e collaboriamo: questo anche è fondamentale per ogni società”. La fascia tricolore ha acquisito notorietà nazionale ed è stato anche soprannominato il “Robin Hood di Spagna” dopo che lui e un gruppo di operai hanno rifiutato di pagare ad un supermercato la spesa fatta con 10 carrelli pieni di cibo, che è stato poi distribuito nella zona dei banchi alimentari.

(Fonte)

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